Quando nei libri di cucina non c’erano le foto…

Quando nei libri di cucina non c’erano le foto, Pellegrino Artusi pubblicava a proprie spese (1891) La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Ancora oggi è uno dei libri di cucina più amati e un’opera che ha contribuito a diffondere la conoscenza della lingua italiana in patria.
È un testo da riscoprire, che esalta il mangiar bene; è ricco di spunti e scritto in uno stile accattivante che ricorda le conversazioni fatte con le gambe sotto una tavola imbandita. L’approccio è didattico senza mai risultare pedante (“con questo manuale pratico – scrive Artusi – basta si sappia tenere un mestolo in mano”); le sue 790 ricette sono accompagnate da riflessioni e aneddoti dell’autore, frutto anche dei suoi innumerevoli viaggi.
Come i bambini a quell’epoca, il libro nasce in casa dell’autore, a Firenze, anche grazie all’aiuto di Marietta Sabatini, la governante toscana, e il cuoco romagnolo Francesco Ruffilli. Di loro rimane una corrispondenza che ci permette di sbirciare nella cucina e nella storia familiare di Pellegrino Artusi.
È lo stesso Artusi a raccontarci le peripezie della sua opera nella introduzione intitolata “Storia di un libro che rassomiglia alla storia della Cenerentola”: dal severo giudizio del professor Trevisan che tuona “Questo è un libro che avrà poco esito” all’aneddoto dei suoi compaesani che, avendo vinto due copie del libro in una lotteria, andarono a venderle dal tabaccaio non sapendo che farsene.
Ma, per colui che oggi è considerato il più famoso gastronomo del mondo, il successo alla fine arrivò e fu mondiale: 15 edizioni in 20 anni curate dall’autore; nel 1931 le edizioni erano giunte a quota 32. Non male, direi…
Per saperne di più http://www.casartusi.it/it/pellegrino-artusi/