Soffriggere l’ispirazione o il cappello?
Soffriggere l’ispirazione. Cosa vorrà dire?
“Un uomo stava facendo soffriggere il proprio cappello, e nel frattempo pensava a come sua madre aveva fatto soffriggere il cappello di suo padre, e a come sua nonna aveva fatto soffriggere il cappello di suo nonno”.
Soffriggere l’ispirazione. Procediamo.
Cipolla, carota e sedano tritati, del buon olio d’oliva (extravergine, mi raccomando…) e il cappello prende un sapore del tutto diverso: si trasforma. E così l’ispirazione: proviamo a buttare giù degli incipit incisivi, una decina o giù di lì. Lasciamoli riposare nel loro liquido di cottura per un po’ e andiamo a rileggerli. Se almeno una sa di buono, allora congeliamolo. Ci tornerà utile più avanti, quando avremo voglia di metterci al computer e continuare la ricetta aggiungendo altri ingredienti, non necessariamente reperibili in dispensa. Lasciamo andare l’immaginazione, giochiamo a passare da un mezzo all’altro, da una ricetta a un articolo di giornale, a una vecchia foto. In una parola: rischiamo! Se il risultato non ci piacerà, potremo sempre ridurlo in polpette.